Nel saggio l’Autore afferma che la molteplicità genera la complessità, essendo il complesso contrapposto all’uno. In ogni situazione è possibile distinguere un insieme e le sue parti. Ciò permette di studiare la relazione parte-tutto, laddove il tutto presenta peculiarità diverse rispetto a quelle caratterizzanti le singole parti. Per anni, adottando una visione meccanicistica, influenzata dalla teoria degli insiemi cantoriana, il tutto veniva inteso come la somma delle sue parti; invece, in una ottica organicistica, tale visione appare non più appropriata, anzi limitata e limitante. Il saggio evidenzia come la tematica parte/tutto possa dar vita a diverse biforcazioni: realismo vs idealismo, distributivo vs collettivo, estensionale vs intensionale, ecc. Di grande efficacia esplicativa è il seguente chiasmo ontologico: l’investimento in conoscenza da fare sullo schema interpretativo è inversamente proporzionale a quello da effettuare sul piano ontico. In altre parole, la semplicità o complessità dipendono dalla potenza degli schemi interpretativi utilizzati dal soggetto osservatore per decodificare la realtà.